Nel mondo romano la canapa trovava largo impiego nella costruzione di corde, funi, stuoie e reti; inoltre il seme e altre parti della pianta venivano utilizzate nella preparazione di medicamenti che venivano somministrati a uomini ed animali.
La cannabis era infatti ben conosciuta dalla medicina romana. Seguendo le lezioni di Ippocrate, il medico greco considerato il padre della medicina, i dottori romani utilizzavano i rimedi naturali per il trattamento delle malattie.
Essi basavano la loro scienza sugli insegnamenti di Ippocrate, che per primo aveva attribuito alle varie infermità cause naturali, e non religiose. Prima di Ippocrate la medicina non esisteva e le malattie venivano spiegate attraverso miti e leggende, ritenendo che arrivassero direttamente dagli Dei.
Il maestro, che contestava chi considerava le malattie un castigo divino, riteneva invece che tutte le infermità hanno cause naturali e la loro cura poteva cercarsi nella natura.
Il più illustre medico conosciuto nell’impero Romano era Galeno, il “dottore dei gladiatori”; le sue opere influenzarono la medicina fino agli inizi del diciottesimo secololo. Galeno riprese il concetto ippocratico di Natura Medicatrix, il medico è “ministro della Natura”.
Nel sistema galenico nulla è affidato al caso e tutto ha uno scopo ben preciso; la natura consente di equilibrare gli organi affetti da patologie, attraverso l’utilizzo diretto di elementi derivati dalla natura.
La canapa, come molte altre piante, era largamente usata da Galeno: la tintura galenica di canapa è stata per secoli uno dei preparati maggiormente utilizzati come analgesico e anestetico in varie parti del mondo. In effetti Galeno raccomandava la cannabis per il trattamento di varie patologie: mal d’orecchi, edemi, itterizia, contro le flatulenze e il dolore in genere. Inoltre suggeriva il suo utilizzo nella preparazione dei dessert, per rendere “più piacevoli e allegri” i banchetti.
Galeno gettò le basi per una medicina che perdurò fino agli inizi del mondo contemporaneo. Ma un altro grande dottore della scienza medica romana, Discoride rimase soddisfatto dalle funzionalità terapeutiche della cannabis. Egli compilò il primo erbario di medicina naturale della Storia. Il suo trattato, De Natura Medica, era una raccolta di oltre 600 tipi di piante e altri elementi naturali: forniva una descrizione esaustiva dei rimedi di origine animale, vegetale e minerale.
Tra le piante suggerite si trova la canapa che egli consigliava contro il mal d’orecchi e l’itterizia, ma anche per aumentare le contrazioni del parto e diminuirne le fitte che provocava.
Partorire in età romana era difficile e doloroso: le donne prima del parto venivano unte con olii e massaggiate con l’ausilio di di garze imbevute con acqua calda e con tintura di canapa sia per facilitare la nascita, che per metterle di “rilassarsi” un pò dopo lo sforzo.
Quella di Discoride è considerata un’opera infallibile, diventando un manuale di riferimento per la medicina occidentale. La civiltà romana utilizzò e apprezzò gli usi della canapa: l’editto di Diocleziano, che fissò i prezzi delle materie prime ci fornisce una prova certa sull’utilizzo della pianta.
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