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CBD e Infiammazioni Stagionali Batteriche e Virali

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Molti studi medico-scientifici hanno evidenziato come il cannabidiolo ( CBD) favorisce il buon funzionamento e potenziamento del Sistema Immunitario, insieme alle sue proprietà antinfiammatorie e antibatterica rendono il CBD un ottimo candidato Naturale per la prevenzione o per migliorare la difesa in caso di disturbi infiammatori tipici delle stagioni autunnali e invernali

nel 2019 è arrivata la conferma che il CBD può essere un potente antibiotico contro i batteri resistenti. La scoperta arriva dall’Australia, dove i ricercatori della University of Queensland insieme alla società Botanix Pharmaceuticals Ltd hanno sperimentato il cannabidiolo e riscontrato effetti di miglioramento in alcuni batteri difficili da combattere con i medicinali tradizionali, presentando i risultati nel corso del congresso annuale dell’American Society for Microbiology a San Francisco. Guidati dal capo-ricercatore Mark Blaskovich, gli scienziati hanno verificato in modelli animali che il CBD è in grado di sconfiggere batteri resistenti della famiglia dei Gram-positivi, come lo stafilococco aureo (che causa anche la polmonite) e l’enterococco faecalis (responsabile di infezioni alle vie urinarie). Essi sono difficili da trattare e, solitamente, i pazienti che ne sono affetti usano medicinali come la penicillina la meticillina. “Dati gli effetti antinfiammatori documentati dal cannabidiolo e i dati esistenti sulla sicurezza nell’uomo, è un nuovo antibiotico promettente che merita ulteriori indagini”, ha affermato Blaskovich sottolineando che: “La combinazione delle attività antimicrobica e infiammatoria nelle infezioni rendono il cannabidiolo particolarmente interessante”.

tratto da: https://www.fanpage.it/attualita/le-potenzialita-della-cannabis-come-antibiotico-contro-i-batteri-resistenti/

Uno studio condotto dalle società israeliane di ricerca e sviluppo Eybna e CannaSoul Analytics ha evidenziato che una combinazione di CBD con terpeni è tre volte più efficace nel prevenire l’attività delle citochine causata dal Covid-19 rispetto al desametasone corticosteroide. 

Ma c’è anche un altro studio che individua il CBD come un componente efficace nel contrastare la tempesta di citochine causata dal Covid-19. Lo studio dei ricercatori dell’Università di Augusta in Georgia pubblicato su Cannabis & Cannabinoids Research suggerisce che il CBD può avere un impatto positivo sull’ARDS o sulla sindrome da distress respiratorio acuto – un sintomo pericoloso nel COVID-19 causato da una risposta infiammatoria. Questo è a volte indicato come una “tempesta di citochine”. Gli autori dello studio spiegano che “attualmente, oltre alle misure di supporto, non esiste una cura definitiva per l’ARDS, il che illustra l’urgente necessità di modalità terapeutiche creative ed efficaci per trattare questa complessa condizione”.

I ricercatori suggeriscono che il CBD potrebbe essere in grado di aiutare riducendo la produzione di citochine pro-infiammatorie, combattendo la tempesta. Riducendo specifiche citochine come l’interleuchina (IL)-6, IL-1b e IL-17, potremmo essere in grado di ridurre l’infiammazione e quindi porre fine alle difficoltà e ai danni respiratori. E i risultati degli esperimenti di questi ricercatori hanno sostenuto questa teoria. I topi trattati con CBD hanno visto ridotta l’espressione dell’IL-6, un importante marker per le tempeste di citochine, e abbassato i livelli di altre citochine proinfiammatorie. “Il trattamento con CBD ha invertito tutti questi indici infiammatori e ha parzialmente ristabilito l’omeostasi” spiegano gli autori. I topi trattati con CBD avevano anche un aumento dei livelli di linfociti nel sangue, che sono importanti globuli bianchi per combattere le infezioni.

I ricercatori dello studio affermano che il CBD potrebbe svolgere un ruolo immunoterapeutico nel trattamento di gravi infezioni virali respiratorie come la COVID-19, sulla base dei risultati attuali.

Intanto la La Food and Drug Administration ha anche approvato la domanda da parte della FSD Pharma di presentare una richiesta per la sperimentazione clinica di un farmaco che utilizzi un cannabinoide sintetico chiamato palmitoylethanolamide ultramicronizzata (micro PEA) per il trattamento del COVID-19.

INFORMAZIONI TRATTE DA ARTICOLO  di Cannabisterapeutica.info 

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